Dopo l’ennesima bravata, il sedicenne Giulio (Vincenzo Crea), che è un ragazzino allampanato, timido ed emotivamente fragile, viene spedito dalla madre in un collegio d’élite, una fucina di “futuri dirigenti” camuffata da castello asburgico arroccato tra le Alpi. Si accorge presto che è un ambiente freddo e ostile, abitato da rampolli fasciati in pullover stemmati e insegnanti che tuonano rimproveri in continuazione; una scuola con un sistema educativo che rasenta la disciplina militare, con internet imbavagliato, mezz’ora di telefonata al giorno, e frequenti episodi di “nonnismo” patiti in silenzio dagli sprovveduti studenti più giovani.