La casa, le stalle, la terra, gli alberi, parte del bestiame e degli attrezzi appartenevano al padrone e a lui si dovevano due parti su tre del raccolto. Dall’autunno alla primavera, quando il lavoro dei campi concedeva respiro riprendevano le vicende degli uomini coi loro sentimenti, le loro paure, le speranze, sia nelle cose di ogni giorno, che negli avvenimenti più importanti e attesi, come la nascita di un bambino, un matrimonio o la festa del paese. La vita era povera e tutto questo acquistava valore e significato. Nulla andava perduto: tutto poteva essere utile al corpo e all’anima. Ma a volte la volontà del padrone poteva portare via tutto, come una stagione maligna.